Cinema Italia by Giovanni De Luna

Cinema Italia by Giovanni De Luna

autore:Giovanni De Luna
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2021-08-22T16:00:00+00:00


5.

È un finale amaro quello raccontato dalla Cavani che ci introduce però a un altro film di quegli anni. Il protagonista di Francesco d’Assisi è un giovane Lou Castel e Marco Bellocchio interpreta uno dei frati al suo seguito. È facile ricavarne l’impressione di un collegamento molto stretto con I pugni in tasca che, con Bellocchio regista e Lou Castel protagonista, uscì nelle nostre sale nel 1965. Se in Francesco d’Assisi le regole da rifiutare sono soprattutto quelle della Chiesa, nel film di Bellocchio sono quelle della famiglia, e non all’insegna della povertà francescana ma in un’atmosfera carica di violenza e di follia. Quale sia il giudizio che se ne voglia dare oggi (la critica si divise all’epoca tra l’accettazione entusiasta e una diffusa perplessità, e comunque fu premiato a Locarno e gli fu attribuito il Nastro d’argento 1966 per il miglior soggetto originale)13 è certo che nei Pugni in tasca si ritrovano molti degli elementi che allora fecero scattare la scintilla di una rabbia connotata, appunto, in senso marcatamente generazionale.

Prima di assumere le vesti di una contestazione politica e ideologica, il ’68 fu infatti una rivolta dei figli contro i padri accompagnata da un più generale rifiuto della famiglia come ambito privilegiato in cui avveniva la trasmissione dei valori tradizionali, quelli maggiormente segnati dalla dimensione rurale e arcaica dell’Italia prima del boom. I tre fratelli (e la sorella) raccontati da Bellocchio, asserragliati con la madre in una grande casa sull’Appennino piacentino, riproducono nella complessità del loro rapporto le tensioni e le dinamiche che attraversavano un modello di famiglia borghese in procinto di decomporsi, sospesa tra le ossessioni claustrofobiche di Ale e il tronfio appagamento di Augusto (l’unico che lavora e guadagna), specchio di una società fondata sull’ipocrisia e sulla violenza e che si consuma nell’incesto, nel crimine, nella malattia. Qui non ci sono le “condizioni oggettive” (l’emigrazione, il mercato del lavoro) che sfasciano la famiglia di Rocco e dei suoi fratelli. La crisi investe soprattutto i valori e le gerarchie di un mondo borghese che è solo putrefazione e che non ha possibilità di riscatto, trovando nella scena atroce del matricidio (e poi del fratricidio) il suo culmine emotivo, ma anche l’inevitabile esito di quella rabbiosa rivolta adolescenziale.



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